storia
Il 31 agosto 1992 il boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato viene arrestato nell’operazione Wall Street della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, condotta dall’allora sostituto procuratore Armando Spataro.
L’operazione prende il nome dalla pizzeria di via Belfiore 1, di proprietà della famiglia mafiosa.
Coco Trovato viene condannato all’ergastolo e i suoi beni sequestrati e successivamente confiscati.
Il 19 novembre 1994, il Tribunale di Lecco firma un provvedimento provvisorio per la confisca della pizzeria e di altri immobili nella provincia di Lecco.
Nel 1996 viene approvata la legge sulla destinazione a scopo sociale dei beni confiscati alla mafia e il provvedimento diventa definitivo. Il Comune di Lecco richiede la concessione del bene tramite l’agenzia del demanio, divenendone proprietario solo nel 2006.
L’intento è quello di trasformare il locale in una pizzeria. Il progetto non verrà mai realizzato e l’intera struttura verserà per tre anni in stato di abbandono e degrado, a causa degli alti costi di ristrutturazione.
Altri progetti che vedranno il fallimento sono la riconversione del bene in caserma dei Vigili del Fuoco e la costruzione di una zona residenziale pubblica.
Tra settembre e dicembre 2009 la Procura di Lecco richiede al Comune di entrare in possesso dell’edificio, in cambio di altri due beni confiscati, la pizzeria Giglio e un appartamento di viale Adamelio.
Il Comune, all’epoca amministrato da un commissario, accetta la richiesta e il locale diventa di competenza della Prefettura.
Dal 2010 è adibito ad archivio provvisorio della Prefettura di Lecco.
Nel 2011 il Coordinamento Libera Lecco, interrogandosi su come utilizzare il bene confiscato, avanza l’idea di creare una pizzeria della legalità: il nuovo progetto culturale e imprenditoriale “I saperi e i sapori della legalità” viene presentato all’allora prefetto Marco Valentini. Non solo un esercizio pubblico di pizzeria ristorante, ma anche uno spazio per la promozione di una cultura della legalità democratica.
Il Comune e la Prefettura accolgono favorevolmente il progetto di Libera e ad aprile 2012 chiedono all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata il passaggio di proprietà del locale nuovamente al Comune.
Ad aprile 2013 arriva la conferma e il 29 maggio dello stesso anno l’Agenzia firma il decreto di assegnazione: il bene è nuovamente di competenza del Comune.
Prima di poter utilizzare la struttura, è necessario il trasferimento di tutti i fascicoli dell’archivio provvisorio della Prefettura. Il trasloco inizia sei mesi più tardi e termina ad aprile 2014.
Il 16 maggio 2014 entra a far parte del progetto anche la Regione Lombardia.
La Giunta approva un protocollo di intesa, che viene firmato da Regione, Comune, Prefettura, ALER (Azienda lombarda edilizia residenziale, che si sarebbe occupata della ristrutturazione) e da Libera.
Dopo alcune difficoltà iniziali, i lavori terminano alla fine del 2015.
A marzo 2015 il Comune pubblica il primo bando di assegnazione, ma l’ente interessato decide di ritirarsi.
Il 25 maggio dello stesso anno, l’associazione temporanea di scopo (Ats), composta dalla cooperativa sociale La Fabbrica di Olinda, di Milano, da Arci Lecco e Auser Lecco partecipa al bando con un progetto di gestione.
Il Comune decide di affidare loro il locale e a gennaio 2016 viene firmato il contratto di gestione gratuita viene firmato.